Il nostro primo numero del 2023 inizia con il ricordo di Alessia Azzini (14 ottobre 1975 – 4 febbraio 2023), compianta collega che viveva e lavorava a Milano.

E solo poco tempo fa, il 24 aprile di quest’anno, ci ha lasciato anche il nostro amato Senior Trainer Bob Lewis, una grande perdita per tutta la comunità bioenergetica. Grazie a Livia Geloso e Salvatore Scollo per la loro commemorazione empatica.

Segue il ricordo di un lutto collettivo, un avvenimento che ha scosso il paese: una poesia che uno dei naufraghi di Cutro aveva mandato a un parente in Svizzera che lo aspettava, poesia pubblicata poi sull’Avvenire del 7 marzo.

 

Dalla ricca gamma di contributi a questo numero presentiamo per primo La gioia di vivere. Arrendersi al corpo di Alexander Lowen. La trascrizione (il video è reperibile anche su Youtube) dà tra l’altro una viva impressione della modalità particolare in cui Lowen interagisce con il suo pubblico, uno stile brillante, arricchito da brevi sequenze esperienziali, che però non toglie nulla alla profondità dei temi trattati. E, infatti, come egli sottolinea nell’introduzione alla sua conferenza, “è strano che sia uno psicoterapeuta a parlare della gioia, perché questa parola non si legge nella letteratura psicoanalitica o psicologica”.

 

È da tempo che Scott Baum, International Trainer e già Presidente IIBA, indaga sugli aspetti problematici ovvero sull’ombra presente nella psiche maschile. Nel suo articolo Invidia dell’utero: un punto di vista bioenergetico, l’autore approfondisce questa tematica partendo da un “fondamentale senso di inferiorità” degli uomini di fronte alla donna. Infatti, il loro destino biologico – oggigiorno più che mai anche oggetto di libera scelta personale – porta le donne a sfidare coraggiosamente le paure più profonde, più angoscianti della nostra condizione umana: “A parte la morte, l’unica esperienza inevitabilmente travolgente nella vita umana è il parto”. Naturalmente, questa mancanza o inferiorità o fragilità esistenziale dell’uomo di fronte al genere femminile doveva generare numerosi meccanismi di difesa, e in questo senso l’articolo pone molti interrogativi, anche piuttosto inquietanti, sulla persistente distruttività nella storia umana.

 

In seguito al pensiero di Wilhelm Reich siamo abituati a vedere nel nostro sistema muscolare, e in particolare nelle sue tensioni muscolari croniche, la base fisiologica delle strutture caratteriali. Il contributo dell’International Trainer Thomas Heinrich, Fascia e compagni, invece, si iscrive in una crescente corrente della ricerca “psico-anatomica(come la possiamo chiamare) che vorrebbe attribuire questa funzione al sistema fasciale. Si tratta di uno spostamento dell’attenzione che alla fine ha prodotto un vero e proprio “cambiamento di paradigma dalla muscolatura al sistema fasciale come nuova base anatomica delle strutture caratteriali al di fuori del cervello”. Considerando il fatto che il sistema fasciale, tra le sue molteplici funzioni, è anche l’organo della nostra propriocezione, l’articolo di Heinrich apre nuove prospettive teoriche, non per ultimo con implicazioni stimolanti per i nostri metodi di intervento esplicitate nell’esempio della struttura caratteriale schizoide.

 

Viaggiando con Gabry di Cristina Pratolongo, analista bioenergetica Siab, descrive un interessante percorso terapeutico di circa quattro anni e mezzo con una giovane paziente. Come presenting problem, Gabry accusa forti stati d’ansia e di attacchi di panico, ma rapidamente emerge come argomento centrale la sua paura dei legami e del contatto profondo, emerge insomma un problema con le relazioni intime che tanto fa pensare al libro Eco e Narciso presentato alla fine di questo numero (“Amore, per Gabry, voleva dire dipendenza e sottomissione, e questo lei proprio non lo poteva sopportare”). L’articolo contiene, tra l’altro, anche delle preziose riflessioni sul controtransfert, e nello specifico sul sottostante dialogo tra i corpi dei due protagonisti, visto che la terapeuta fisicamente è molto più piccola della sua paziente: “Aveva quasi paura di sovrastarmi e di spaventarmi: non aveva del tutto torto, ma quando cominciai a sentire di più il mio grounding e a contattare il mio respiro, questa paura scomparve”.

 

Emanuela Bellone è analista bioenergetica e madre di una figlia nata a fine marzo del 2021, in pieno periodo Covid. Nel suo contributo Il grounding nella relazione madre-bambino, l’autrice elabora questa esperienza approfondendo così l’area della psicologia perinatale e dell’età evolutiva. Come possono radicarsi affettivamente il feto e il neonato nel corpo della madre, e quali sono i maggiori fattori avversi alla riuscita di questo processo? Esiste ormai una notevole gamma di studi in ambito bioenergetico sullo sviluppo del Sé nella prima infanzia (p. es., E. Reich, Ventling, Geloso, Wendelstadt, Ballardini), che vengono bene utilizzate dall’autrice e non per ultimo applicate alla nostra pratica come terapeuti ovvero come “base sicura” dei nostri pazienti.

 

Segue Aiutare i bambini a scaricare l’aggressività negativa di Dennis McCarty, Counselor diplomato in salute mentale dello Stato di New York con oltre trent’anni di esperienza nel lavoro con bambini e adulti. Il suo articolo è un buon esempio di applicazione creativa, originale dell’analisi bioenergetica in campo della terapia infantile. In contrasto con la maggior parte dei suoi colleghi, l’autore – “largamente influenzato dal lavoro del Dr. Alexander Lowen” – ha sviluppato una specifica Dynamic Play Therapy, una terapia dinamica del gioco che punta sulla centralità del movimento e dell’esperienza spontanea, e in particolare “incoraggia e facilita l’espressione sicura e tuttavia soddisfacente dell’aggressività negativa”. L’autore porta numerosi esempi dei materiali utilizzati nel suo lavoro, come il disegno, l’argilla, la sabbia e il puro gioco fisico, includendo vari brevi casi clinici atte a illustrare bene “la natura paradossale della terapia del gioco”, “il mix di humour e furia, di aggressività negativa e gioco positivo che spesso coesistono nello stesso momento”.

 

L’ultimo contributo a questo primo numero è l’auto-presentazione del suo libro Eco, Narciso e le figure della dipendenza amorosa (Alpes, Roma 2022) del nostro collega Massimo Borgioni. Il volume nasce come approfondimento delle riflessioni e del materiale raccolto in conferenze e seminari seguiti a una precedente pubblicazione, Dipendenza e Contro-dipendenza affettiva (Alpes 2015), che pure ci piace ricordare per i suoi meriti di chiarezza. Appare ben scelto il ricorso alle figure mitologiche di Eco e Narciso per illustrare la dialettica insita in ogni rapporto amoroso. A modo loro, entrambi vorrebbero negare questa dialettica, Eco trasformando il Due nell’Uno, Narciso trasformando l’Uno nel Due.  Ma “L’amore nasce sempre dall’incontro con l’altro, l’amore nasce sempre dalla dualità”.

 

In conclusione e last but not least, riportiamo una bella notizia societaria: in occasione dei 25 anni dal riconoscimento della Siab come Scuola di specializzazione post-laurea in psicoterapia, da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, e dal passaggio della guida della Siab dalla generazione delle fondatrici e dei fondatori alla seconda generazione di analisti bioenergetici italiani formati dalla nostra società, fondata nel 1978 dallo stesso Alexander Lowen, la Presidente e il Direttivo, di comune afflato, desiderano ricordare le conquiste di questi anni nell’auspicio di un futuro altrettanto se non più fecondo per le future generazioni.

 

Christoph Helferich