Relatori: 

Maria Luisa Manca, Psicoterapeuta, Supervisore e Didatta della S.I.A.B.

Roberto Barsi, Medico, esperto in omeopatia, omotossicologia e discipline integrate.

Roma 25 ottobre 2021 ore 19:30; la conferenza si svolge in presenza e in diretta Facebook

Lunedì 25 ottobre 2021 si è svolta, nella sede della Società Italiana di Analisi Bioenergetica (SIAB) di Roma, un’interessante conferenza, un dialogo tra medicina e psicoterapia, sulla digestione.

Come noto, lo stomaco è un organo di fondamentale importanza per l’intero organismo fisico, ma anche di altissima sensibilità psichica.

Il dialogo che si svolge, tra medicina e psicologia, vede la compresenza tra la prospettiva medica e quella terapeutica, che integrate si rivela come approccio integrato all’organismo umano.

Il dott. Barsi da molti anni si occupa di intestino e stomaco; la sua relazione inizia con una visione globale dell’argomento: il compito principale dello stomaco è la digestione, e la prima digestione avviene già nella bocca; una buona masticazione permette la digestione anche degli alimenti più difficilmente digeribili, come per esempio le fibre. Poi quando il cibo arriva nello stomaco si innesca sempre il processo digestivo, al di là della quantità di cibo ingerito. Vengono prodotti i succhi gastrici, che sono ormoni prodotti dalle cellule dello stomaco.

Ogni volta che si digerisce lo stomaco si contrae e siccome è innervato e fortemente vascolarizzato, nel resto degli organi del corpo affluisce meno sangue, non è quindi salutare mangiare spesso e tanto. Pur essendo piccolo, 25 cm di dimensione, lo stomaco è un’immensa potenza di reazioni biochimiche. La sosta ed il transito del cibo possono durare da 1 a 5 ore, in questa fase affluisce molto sangue nello stomaco e meno negli organi principali.

Lo stomaco riceve due tipi di stimolazioni, denominate “ortosimpatico” e “parasimpatico”.

Ortosimpatico → stimolante → neurotrasmettitori → cortisolo → induce il senso di fame, e con lo stress la fame aumenta.

Parasimpatico → nervo vago induce il senso di sazietà → due neurotrasmettitori acetilcolina, ossitocina.

Il dott. Barsi si è soffermato poi sulla la questione dell’importanza delle regole dell’alimentazione: quale cibo, in quali orari, etc. Sintetizzando al massimo, si può dire che in generale è problematico impegnare troppo questo sistema; ogni volta che si mette in moto la digestione invecchiamo per così dire un po’, perché il processo digestivo è un processo ossidante. I neurotrasmettitori prodotti dallo stomaco sono diversi, ciascuno ha la propria funzione: la gastrina e la grelina aumentano il flusso di sangue. La gastrina regola la produzione di acido del processo digestivo, la grelina invece ha un effetto di stimolo della fame, la leptina regola il senso di sazietà. Ma se questo complesso equilibrio viene disturbato, facilmente si abbassa la sua efficacia e la leptina non è più in grado di produrre il senso di sazietà.

Nella seconda parte della conferenza, la Dott.ssa Manca, Psicoterapeuta bioenergetica, illustra come lo stomaco viene considerato il luogo dove accettiamo o rinneghiamo non solo il cibo, ma anche le emozioni e gli affetti. In questo senso, lo stomaco riflette in maniera eccellente il principio dell’identità funzionale tra corpo e psiche, principio postulato già da Wilhelm Reich negli anni venti del secolo scorso.

Che cosa significa quando non riusciamo a masticare?

Il “cibo emotivo” lo possiamo accettare o eliminare così come, a livello fisiologico, rigettiamo ciò che può essere nocivo per l’organismo.

La difficoltà di processare le emozioni negative spesso comporta un blocco emotivo e in seguito anche delle malattie psicosomatiche come la gastrite e i reflussi.

Wilhelm Reich suddivide l’organismo umano in 7 segmenti corporei; il 5° segmento riguarda il diaframma, la respirazione, lo stomaco, il pancreas, il fegato e il plesso solare.

Trattenere un’emozione spesso può comportare anche una tensione muscolare in cui si riflette la nostra storia di vita, come si è formata, come incide sul carattere e il suo effetto sul funzionamento corporeo. Per esempio quando si trattiene la rabbia solitamente è lo stomaco attraverso il quale avviene il blocco di questa emozione.

È ormai ben noto quanto gli aspetti psico-fisici della nostra personalità siano correlati; se la cura si limita a occuparsi solamente dei sintomi (per esempio l’ulcera), questi spesso si ripresentano, visto che di solito sono le emozioni bloccate a originare tali sintomi. Bisogna perciò lavorare sulle emozioni, sentirle senza agirle e direzionarle in maniera più efficace per la nostra vita.

Accettare le proprie emozioni significa sviluppare la capacità di integrarle o di eliminarle, altrimenti l’intero organismo ne risente. Ed è per questa complessa problematica che il medico e lo psicologo devono collaborare per la salute del paziente.

Per spiegare lo stretto rapporto fra gli organi stomaco ed il nostro funzionamento emotivo, la relatrice riporta alcuni esempi: rispetto all’ulcera se il paziente non ha gli strumenti per digerire i “bocconi amari emotivi”, i mal di stomaco o le ulcere tornano. Lo stomaco subisce notevolmente l’influenza del fegato, se il paziente prova rabbia, questa induce il fegato a produrre un’enorme quantità di bile che in generale serve per favorire la digestione, ma se in eccesso irrita e infiamma le mucose. Il pancreas produce enzimi che aiutano a digerire le fibre, i grassi e le proteine, ma se siamo costretti a “ingerire” bocconi troppo grandi e amari, l’intero sistema è per così dire iper-sfruttato, il pancreas si mette a riposo, non producendo più enzimi che servono alla digestione, il cibo fermenta e i batteri sviluppano aria aprendo e deformando il piloro (l’anello muscolare con funzione di valvola dello stomaco).

In sintesi: prendersi cura di sé sia sotto il punto di vista fisico che psicologico è il giusto gioco di squadra che può indurre dei significativi miglioramenti sulla nostra salute psicologica e fisica. Ed è su questa complessa reciprocità del nostro “essere corpo”, che al termine della conferenza si è poi sviluppata una vivace discussione tra i partecipanti.

Simone Consalvi, Psicologo tirocinante SIAB