Roma- SIAB, incontro del 4.11.19

Dott.ssa Maria Stallone Alborghetti

Nell’incontro di stasera dal titolo L’insostenibile colpa della felicità e il diritto di realizzarla con le risorse della Bioenergetica, la dott.ssa Alborghetti è riuscita a farci sognare come gli archetipi Junghiani, con il suo excursus sui sogni dei pazienti per arrivare poi dritta al  cuore del discorso.

Siamo felici? Quante persone pur avendo soldi, bellezza e successo, non lo sono.

Ma da cosa dipende?

Perché non riusciamo ad esserlo? Perché non pensiamo di meritarlo?

La chiave si nasconde spesso nei nostri legami familiari e su come essi pendono sulla nostra testa alle volte come la spada di Damocle. Ma la capacità dell’individuo di reinventarsi e di adattarsi fa si che alcune cose vengano elaborate e superate e con altre invece ci si impara a convivere. Come diceva Jung e come ripete la dott.ssa Alborghetti la terapia dura tutta la vita. È così che si trova lo spazio per la riflessione e ci si reinventa ogni giorno con la creatività .

L’importanza della bioenergetica e del soffermarsi sul sentire il nostro corpo, e di quanto si possano esprimere le nostre emozioni con il volto, la voce, la prosodia e il respiro. Si è soffermata molto sull’importanza non solo dei muscoli volontari ma anche di quelli involontari che nello stesso modo trattengono le tensioni e su quanto l’individuo attui sin dall’infanzia degli atteggiamenti di difesa.

Questi atteggiamenti di difesa, servono per  bloccare le emozioni e i conflitti – come la rabbia, l’angoscia e l’eccitazione sessuale – si manifestano a livello fisico sotto forma di rigidità corporee restando nella nostra vita adulta come una sorta di Corazza Caratteriale, una specie di “armatura” che naturalmente non permette all’energia di fluire libera nell’organismo.

Ci ha illustrato i sette anelli che costituiscono l’armatura caratteriale individuata in primis da Reich, quest’ultimo  si era fermato a considerare le tensioni corporee fino al bacino, mentre Lowen, proprio tramite il concetto di Grounding considera anche le gambe e i piedi che diventano così la base dell’essere umano, focalizzandoci così  a lungo sull’importanza di questo ovvero dell’avere i piedi per terra, lo stare radicati proprio come un albero. Un albero se non è ben radicato a terra non riesce a crescere e fiorire.

Cercando di vivere così la realtà della propria esistenza e non quella generata dal proprio subconscio come realtà di convenienza.

Un incontro molto interessante condotto dalle parole della dott.ssa che nonostante la non più tenera l’età farebbe invidia a qualsiasi trentenne di oggi. Una grande vitalità e forza d’animo che ha trasmesso a tutti noi partecipanti.

Veronica