Conferenza online 22 giugno, Roma, ore 20:00-21:00

Relatrice: Maria Luisa Manca, psicologa-psicoterapeuta, Direttore didattico SIAB

 

L’obbiettivo della conferenza è una descrizione breve ma accurata di come si sia evoluta l’analisi bioenergetica, e in questo senso la relatrice parte da un excursus teorico sulle origini di  tale approccio.

Il primo collegamento ci viene dato dallo stesso Sigmund Freud, il fondatore della psicoanalisi, il quale descrive la connessione tra mente e corpo definendo l’Io come un “identità corporea”, seppure ancora non esistevano  le evidenze scientifiche elaborate in seguito dalle neuroscienze.

Sappiamo oggi che già dai primi mesi di vita si realizza uno scambio variegato soprattutto a livello corporeo; i sistemi materno e infantile interagiscono per formare una regolazione diadica che viene poi interiorizzata dal bambino in termini di competenza auto-regolativa. Grazie alle neuroscienze sappiamo anche che il cambiamento terapeutico avviene non per ultimo attraverso la riorganizzazione e la rivalutazione delle esperienze precoci, le quali si trovano “incarnate” in tutte le manifestazioni del corpo.

La relatrice cita numerosi scienziati ed esperti per sostenere queste affermazioni. Importanti autori come Donald Winnicott sottolineano l’evidenza di una continuità tra mente e corpo; grazie alle sue esperienze, Winnicott ha potuto osservare  da vicino la dinamica madre-figlio. Lo neuroscienziato Allan Shore ritiene che questa sintonizzazione  affettiva della madre abbia un influenza sullo sviluppo delle strutture celebrali. Antonio Damasio sostiene che lo sviluppo dei processi vitali consiste nella gestione di un corpo che diventa sempre più preciso ed efficiente grazie alla presenza di un cervello. Infine, Daniel Stern afferma che la mente è intrinsecamente incorporata, ovvero intimamente connessa all’attività senso-motoria.

In conclusione di questa prima parte si può affermare che grazie alle evidenze scientifiche e teoriche, il  corpo è la sede e la motivazione profonda dello sviluppo dei processi e delle patologie di una persona, e che contiene in se il significato dei processi mentali, emotivi ed evolutivi. L’esistenza di un identità funzionale psicosomatica può dunque essere considerato il concetto-base dell’analisi bioenergetica. Esiste una stretta correlazione tra ciò che sentiamo tra livello mentale e fisico; in assenza di una relazione di queste due parti non si è un individuo integro.

 

Wilhelm Reich, il fondatore della psicoterapia corporea, definito dallo stesso Freud il suo allievo più geniale, ha intuito ed elaborato la teoria psico-corporea. Una sua affermazione centrale è che “ogni tensione muscolare contiene la storia e il significato della sua origine. La sua dissoluzione non solo libera l’energia ma riporta anche alla memoria la situazione in cui la rimozione ha avuto luogo.” Non sapendolo, Reich con questa affermazione ha già introdotto il concetto di “memoria implicita”.

Sulla base di queste evidenze Alexander Lowen, paziente e allievo di Wilhelm Reich e fondatore dell’Analisi bioenergetica, ha elaborato un modello in cui concepisce un trattamento terapeutico preciso rispetto ai tratti caratteriali.

In ogni tipo di tensione muscolare tratteniamo delle emozioni,  questo si può articolare a tre livelli:

  • l’origine nelle situazioni legate alla prima e seconda infanzia;
  • il suo significato attuale in rapporto al carattere dell’individuo;
  • il suo effetto sul funzionamento corporeo.

Questi tre modelli sono interconnessi per spiegare ciò che succede quando un emozione viene trattenuta. Le tensioni croniche si strutturano lentamente attraverso esperienze traumatiche inconsce; a causa di queste tensioni è difficile comunicare con se stessi; tali tensioni sono alla base della formazione del carattere.

Il carattere viene definito come l’insieme

  • dei meccanismi di difesa psicologici
  • delle contrazioni muscolari croniche, inconsce che si organizzano come
  • compromesso con l’ambiente circostante.

Il corpo è la sede dell’esperienza percettiva e delle sensazioni emotive. Le memorie percettive ed emotive spesso sono immagazzinate a livello somatico, dunque anche i traumi, intesi in psicoterapia come traumi cumulativi ovvero non solo le singole esperienze ma l’insieme di esperienze fatte da bambino in cui  bisogni elementari non vengono parzialmente o totalmente soddisfatti (per esempio, carenza di affetto o di cura).

Accedere alle emozioni trattenute ci permette di affrontare le varie forme di trauma. La memoria implicita permette il processo ricostruttivo ed è associata ad esperienze corporee verbali, il che permette un accesso corporeo al trauma, dando così al terapista bioenergetico una doppia strada da poter percorrere in terapia.

La formazione del carattere:

Per carattere s’intende l’anatomia emozionale che si sviluppa a partire dalla necessità di far fronte alla frustrazione di uno dei cinque bisogni primari e l’insieme delle caratteristiche respiratorie, delle controindicazioni muscolari croniche inconsce e dei meccanismi di difesa psicologici che si organizzano come compromesso all’ambiente. Basandoci su questa definizione si può strutturare il seguente schema patogeno:

  • Sé primario (che esiste sin dalla nascita);
  • Ambiente (molte volte ostile nella soddisfazione dei bisogni) che indebolisce il Sé primario;
  • Sé contratto ovvero Sé negativo.

In Analisi bioenergetica si osservano tali risposte automatiche a delle ferite subite, in questo modo il terapeuta ha degli strumenti in più per porsi come persona che si prende cura di sé in primis per potersi prendere cura dell’altro.

Attraverso un’attenta analisi delle tensioni croniche e dei bisogni primari non riconosciuti, Alexander Lowen individua 5 diritti (diritto a esistere, essere accolto, essere autonomo, imporsi, amare) e 5 tipologie caratteriali (schizoide, orale, psicopatico, masochista, rigido) che derivano dalla negazione dei diritti precedentemente citati. Queste tipologie caratteriali ci forniscono uno schema metodologico attraverso il quale possiamo comprendere il funzionamento della persona, per successivamente scegliere come intervenire in terapia.

 

In conclusione possiamo dire che la psicoterapia bioenergetica è una psicoterapia somatico-relazionale incentrata sull’analisi del profondo dei processi bioenergetici, psicoterapia che interviene

  • a livello corporeo
  • emozionale
  • mentale

È un approccio che presta molta attenzione alla propria funzione energetica, ovvero alla funzione metabolica che produce energia, dà origine agli stati di vitalità e fornisce la coscienza corporea di esistere, nonché all’ossigeno, essendo il fattore energetico di base negli esseri viventi; di fatto le tecniche di respirazione sono considerate fondamentali dell’analisi bioenergetica. Non avendo un libero accesso a tali funzioni non si può essere liberi di muoversi nel mondo come vogliamo.

Il terapeuta sarà dunque attento

  • a comprendere la ferita primaria (il “diritto negato”,secondo Lowen);
  • alla diagnosi sanitaria;
  • alla sfera sessuale e affettiva;
  • al livello energetico;
  • alla lettura del corpo (osservandone movimenti, postura, tensioni muscolari, ecc.).

 

Dal punto di vista di chi scrive, conoscere l’analisi bioenergetica e partecipare alla conferenza online ha creato un’apertura interessante riguardo aspetti psicosomatici prima ignorati. Ha senz’altro stimolato la mia curiosità su questo approccio e credo che possa arricchire molto il mio bagaglio personale e professionale, offrendo nuove lenti dalle quali guardare l’universo della psicoterapia.

                                                        Salvatore Aliquò, educatore, psicologo, tirocinante SIAB.