Roma- SIAB, incontro del 3.02.20

Dott.ssa Ilaria Vergine

Il territorio dell’amore, luogo sicuro o campo minato?

Le risposte potrebbero essere milioni, ad ognuno di noi questa frase sicuramente susciterà un’emozione diversa. Chi penserà che è un luogo bellissimo in cui porre le proprie speranze e i propri desideri, chi invece lo avvertirà come ostile e il pensiero di avventurarcisi lo terrorizza. Altri ancora che lo trovano neutrale perché semplicemente si sono chiusi di fronte alle emozioni e non sentono più nulla.

La dott.ssa Ilaria Vergine durante l’incontro che porta questo titolo dalle mille interpretazioni, entra in punta di piedi nelle emozioni di ciascuno dei partecipanti , partendo dalla domanda più semplice che si possa fare, come ti chiami? E perché sei qui?

Si crea da subito un clima familiare e avvolgente che mette tutti a proprio agio, cominciamo così ad esprimere cosa per noi significa questa parola, molti la ricollegano a delle dinamiche familiari ai rapporti con i propri figli. Procedendo così fluenti e armonici tra di loro intrecciandosi come le note di una musica lieve.

Questo percorso viene evidenziato ancora di più da una serie di fotografie sparse in terra a formare una strada, su ogni foto è stampata una parola e da lì dobbiamo scegliere le nostra, così d’impatto , sulle note avvolgenti di Battiato che canta “ La stagione dell’amore”, in un ordine naturale e quasi perfetto ognuno sceglie la sua foto, chi più di una e così iniziamo a raccontare perché abbiamo scelto proprio quella e cosa rappresenta per noi e per il nostro vissuto.

Arriviamo così senza neanche accorgercene ad un esercizio molto d’impatto, guidato dalla voce maestra della dott.ssa Ilaria. A coppie, spalla a spalla quasi a sussurrarci nell’orecchio dobbiamo pronunciare delle parole che avremmo voluto sentirci dire dall’altro, pensando ad un nostro trascorso, ad una nostra ferita. Escono così parole meravigliose che confortano e scaldano il cuore.

Passano i minuti e le ore ma si crea nella classe un’armonia che fa volare il tempo e infatti l’incontro si prolunga poiché tutti noi sentiamo l’esigenza di protrarre questo momento per poterlo concludere al meglio. Così facendo ormai cullati dal clima familiare ci affidiamo completamente ai nostri compagni di “viaggio” prendendoci un piccolo momento di gioco e divertimento per risollevarci da emozioni forti. Così uno alla volta sulle note di una musica allegra ci bendiamo come si faceva da piccoli a mosca cieca e iniziamo a girare per la stanza, ci facciamo scherzi tra di noi e le risate fuoriescono anche ai più restii, riviviamo la spensieratezza dei momenti di gioco e anche chi aveva più resistenze poi si lascia trasportare e si lascia andare. Proprio come i bambini prima che il mondo costruisca intorno a loro una corazza.

Così in questo clima sereno e spensierato decidiamo di salutarci e concludiamo l’incontro prendendoci per mano a formare un girotondo.

Un’esperienza liberatoria e armonica , la dott.ssa è riuscita a creare un’ atmosfera gioviale tra perfetti sconosciuti o quasi trasmettendoci sicurezza. In un connubio di empatia e competenze.

Veronica Guarino