In medicina, l’opposto del benessere è il malessere, dove la radice mal- si riferisce al male inteso come malattia e come dolore. Per evitare il dolore il chirurgo opera grazie alla somministrazione di un anestetico.

Questa è anche la funzione del dolore in fisiologia: è segnale che richiama la cura.

In psicoterapia, però l’opposto del benessere non è il dolore, che è parte intrinseca e irrinunciabile della vita, ma l’assenza.

Sembra che in questo momento in cui ci siamo imposti di coltivare la speranza, il malessere sia inopportuno, fuori luogo, qualcosa che dobbiamo negare, imponendoci di continuare a sorridere, inebetiti dalla noia e dalla solitudine.

Questo pattume vorremmo spazzarlo via con decisione e nasconderlo sotto al tappeto, ma comincia ad essere una montagnola che sotto al tappeto non ci vuole più stare e forse conviene dargli ascolto e sentire le sue ragioni.

E’ sotto gli occhi di tutti il forte stress al quale siamo sottoposti: quando è tollerabile è un senso d’impotenza e insoddisfazione che rende inquieti, poi diventa ricerca spasmodica di riempire il vuoto esistenziale con cibo, corsi di ogni genere e amici via Skype; è in questo continuum sintomatico crescente che può comparire la difficoltà nel dormire, apatia fino a situazioni traumatiche conclamate contraddistinte da rabbia, frustrazione, tristezza, angoscia.

Come afferma con estrema chiarezza Lowen ne L’Arte di vivere,

la nostra facciata è una funzione dell’Io,

tesa a “fare la cosa giusta” o

“mantenere un atteggiamento ottimista e positivo”.

In situazioni di forte stress emotivo però la controparte di questa funzione può essere la negazione di sentimenti del tutto naturali come la tristezza, la perdita della speranza, la paura, la disperazione.

E cosa succede alla nostra energia in questa situazione? E’ messa a dura prova e può essere persino consumata dalla tensione necessaria a mantenere una facciata positiva contro un sottostante sentimento negativo.

Dobbiamo preoccuparci ed occuparci delle persone che sono a stretto contatto con il malessere quotidianamente: anche le emozioni sono contagiose.

Se ascoltiamo le interviste a medici e operatori sanitari, questi sembrano sull’orlo della disperazione, allora va bene pensare di essere fortunati perché non si è contratto il virus, ma il virus della disperazione attecchisce sulle corde emotive  e ha bisogno di essere legittimato.

Non esiste soltanto il benessere fisico, anche quello psicologico è fondamentale per il diritto alla salute.

Quindi, bisognerebbe farsene carico, cercando di elaborare questo fantasma nero, quest’ombra che si profila all’orizzonte, bisogna farci i conti altrimenti ci saboterà in qualche modo dall’interno, è giunto il momento di tirare fuori l’immondizia sotto al tappeto e guardarla.

Nel libro La voce del corpo, Lowen sottolinea come la tristezza sia un’emozione calda e viva.

“Accettare la tristezza” scrive “apre all’esperienza del piacere.

La riattivazione delle sensazioni di piacere-dolore

ci permette di reagire emotivamente […].

Con il ripristino della risposta emotiva, il bisogno di illusioni

e la tendenza alla depressione vengono superate”.

Occorre dunque dar voce ai nostri sogni, anche quando sono angosciosi e terribili: servirà a elaborarli e digerirli, anche la rabbia va compresa e accolta. E, qualche volta piangiamo, le lacrime leniscono il dolore e ci permettono di sintonizzarci con gli aspetti più profondi. Il pianto è una scarica che riduce la tensione; dopo un bel pianto profondo il corpo è più morbido, il respiro più armonioso, gli occhi brillano e la pelle assume un colorito più sano.

Una comunicazione empatica, un ascolto rispettoso e non giudicante, un’osservazione piena di comprensione possono aiutare le persone a lasciar andare l’inibizione quel tanto da consentire una scarica emotiva rigenerante.

A questo preziosissimo aiuto si aggiunge per noi terapeuti formati in analisi bioenergetica, la possibilità di adoperare la nostra conoscenza del corpo e dei suoi meccanismi per aiutare le persone immerse in questa situazione traumatizzante attraverso semplici proposte, come quella di respirare un po’ più profondamente, appoggiare i piedi per terra durante la consulenza, ascoltare le sensazioni corporee e riconoscerle senza sentirsene minacciati ma, con la possibilità di ri-creare uno spazio/contenitore sicuro e accogliente: il nostro corpo.

In questo periodo di grandi stravolgimenti, per aiutare le persone a comprendere il disagio diverse istituzioni hanno promosso iniziative a favore dei cittadini che possono trovare uno psicoterapeuta e prenotare un consulto gratuito, via telefono o attraverso una piattaforma di videochiamata.

Anche noi terapeuti della SIAB abbiamo avvertito come necessario offrire la nostra professionalità, con l’iniziativa #NoiCiSiamo:

una proposta degli psicologi-psicoterapeuti del Centro Clinico della SIAB che in questo particolare momento d’emergenza Covid-19, fornisce gratuitamente consulenze psicologiche on line. Ci rivolgiamo in particolar modo agli operatori sociali che sono in prima linea nella gestione della crisi, alle fasce di maggior vulnerabilità e a tutti coloro che si trovano a vivere con disagio le ripercussioni dovute all’isolamento.
Offriamo 4 consulenze gratuite di sostegno psicologico attraverso chiamate e videochiamate, e siamo disponibili in tutta Italia.Crediamo che, mai come ora, poter “essere con” le persone sia dolorosamente necessario, e il supporto degli psicologi diventa più che mai indispensabile per elaborare e contenere tutti i vissuti che possono emergere in un contesto così drammatico.

 

Tra le varie iniziative segnaliamo:

  • La Società Italiana di Analisi Bioenergetica (Siab):

http://www.siab-online.it/newseventi/2020/03/progetto-sostegno.aspx

  • Il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi (Cnop) #psicologionline motore di ricerca (accessibile dal sito Cnop).
  • La Croce Rossa Italiana, chiamando il numero verde 800.065510 si può ricevere assistenza psicologica e tele compagnia contro stress e incertezza.

Ed alcuni servizi indirizzati a specifiche categorie:

 

Bibliografia:

Lowen, A. [2009], La voce del corpo. Il ruolo del corpo in psicoterapia, Roma, Astrolabio Ubaldini

Lowen, A. [2013], L’arte di vivere, Como-Pavia, Ibis, Xenia Edizioni