ROMA 16 MAGGIO 2022 ORE 19:30
SIAB Via Magna Grecia
La conferenza si svolge in presenza e in diretta Facebook.

Relatori: Maria Luisa Manca-Psicoterapeuta Supervisore e Didatta della S.I.A.B,

Roberto Barsi- Medico esperto in omeopatia, omotossicologia e discipline integrate

 

La dott.ssa Manca introduce il tema centrale della conferenza che verterà sulla connessione e le interrelazioni fisiopatologiche ed emozionali tra il fegato e la rabbia, e la milza e la rassegnazione. La Dott.ssa presenta inoltre il secondo relatore dott. Barsi.

 

Ad oggi, tanto in medicina quanto in psicoterapia, l’approccio al sintomo è stato superato in favore del concetto dell’unità funzionale psicosomatica dell’essere umano. A tal proposito la dottoressa Manca spiega come l’analisi bioenergetica sia una terapia del profondo, centrata sui processi energetici, che si occupa di armonizzare i tre livelli della persona: il livello cognitivo, somatico ed emotivo. E proprio il concetto di unità psicosomatica funzionale che sta alla base di questa armonizzazione. Quando si parla di identità funzionale psicosomatica ci si riferisce all’interconnessione del versante somatico costituito dall’armatura muscolare, ovvero tutto quello che fa riferimento alle tensioni muscolari, con quello psichico, cioè la corazza psicologica.

La connessione e l’armonizzazione tra queste due parti è l’obiettivo della terapia bioenergetica. Individuare le basi dell’ammalarsi e trovare un equilibrio mentale è possibile andando a lavorare sulla connessione basata sul concetto di identità psicosomatica. Dove vi è una mancata integrazione degli elementi che sono alla base dell’identità funzionale psicosomatica, infatti, vi sono disfunzioni sia delle capacità cognitive, che emotive e relazionali.

 

Nella seconda parte della conferenza vi è il contributo del dott. Barsi, medico internista, colonproctologo, omeopata, che introduce il discorso affermando la necessità della collaborazione tra medicina e psicoterapia al fine di poter garantire alle persone una guarigione duratura.

Il dottor Barsi introduce le tematiche oggetto della conferenza facendo un breve excursus di anatomia umana per ricordare dove sono posizionati il fegato e la milza e che caratteristiche hanno: il fegato risiede a destra e la milza a sinistra, come i nostri emisferi cerebrali, di cui abbiamo il destro ed il sinistro, introducendo così il concetto di lateralità. Nonostante sia possibile fare delle differenziazioni tra l’emisfero di sinistra che viene definito “razionale” e quello di destra che è invece legato alla creatività, all’immaginazione e alla sintesi, il concetto di lateralità risulta essere relativo perché gli emisferi cerebrali comunicano tra loro sin dalla nascita, tramite il corpo calloso. Lo stesso si può dire per il fegato e la milza, due organi strettamente interconnessi tra di loro.

Il fegato si trova a destra, ed è situato sotto le costole, pesa circa 1,5 kg, ed è composto prevalentemente da sangue. Ha molte funzioni tra cui le più importanti sono: ricevere dall’intestino tutte le sostanze nutritive che occorrono all’organismo per poi essere distribuite a tutto il corpo, al cervello, ai polmoni etc.…; sintetizzare tutte le sostanze utili (proteine, enzimi, i fattori della coagulazione, il colesterolo e trigliceridi); detossificare attraverso i fagociti che si nutrono di tutto ciò che è nocivo per l’organismo; il fegato è anche una ghiandola endocrina perché produce la bile che è fondamentale per la digestione e serve ad assimilare le sostanze liposolubili che sono necessarie come i grassi e le vitamine liposolubili; il fegato è inoltre, un organo che si auto-rigenera attraverso le cellule di Ito.

 

La milza invece è di dimensioni inferiori, pesa circa 200-300 g; è un organo anch’esso costituito prevalentemente da sangue. Le principali funzioni della milza sono quella di filtrare le cellule danneggiate, in particolare i globuli rossi. La milza ha inoltre una funzione immunitaria che entra in gioco quando ci sono virus, batteri, parassiti, producendo sia globuli bianchi che immunoglobuline. La funzione immunitaria della milza è interconnessa al fegato poiché le immunoglobuline hanno una parte proteica sintetizzata dal fegato che è necessaria per poter circolare nel sangue.

Il dott. Barsi sottolinea l’importanza della milza, specificando che durante la vita fetale è la milza a produrre i globuli rossi, e che per questo, durante lo sviluppo embrionale è uno dei primi organi a svilupparsi, ancor prima ad esempio del cuore e dei muscoli, perché fondamentale per la sopravvivenza dell’organismo.

 

La dott.ssa Manca si aggancia al concetto medico di trasformazione che in psicoterapia si riferisce alle emozioni che si trasformano, si elaborano. Ma cosa accade quando non si riesce a gestire un’emozione, ovvero quando non c’è stata trasformazione? Come impatta nel corpo e nella psiche la mancata gestione dell’emozione? Un’emozione che non si è in grado di gestire non può essere trasformata, elaborata e quindi non consente l’evoluzione. Per questo è fondamentale il concetto di trasformazione in psicoterapia inteso come movimento della persona connesso all’evoluzione e alla crescita di quest’ultima.

È importante sottolineare che tutti sentono le emozioni ma possono essere utilizzati inconsciamente dei meccanismi di difesa per non sentirle. La rabbia ad esempio, quando è repressa, non espressa e quindi non elaborata, causa un ristagno nel fegato e un’inibizione della sua funzione che si arresta. Per questo in psicoterapia in particolare nell’analisi bioenergetica, è fondamentale lavorare sull’espressione della rabbia, ben diversa dall’agire la rabbia. Capita di frequente sentir dire “hai fegato” per indicare una persona che ha coraggio; il fegato a livello culturale è quindi associato al coraggio; questo vuol dire che il coraggio deriva dall’energia che si sente quando si prova rabbia; per questo quando si ha coraggio si ha l’energia per andare verso qualcosa che vogliamo modificare, agire, esprimere.

 

Il dott. Barsi prosegue spiegando la sintomatologia connessa al malfunzionamento del fegato come la sonnolenza dopo i pasti, l’irritabilità, la lingua bianca, e la presenza di un sapore amaro. Per quel che riguarda la milza, la sintomatologia è meno evidente e più comune e comprende: stanchezza, gonfiore e problemi digestivi.

Entrambi gli organi sia la milza che il fegato hanno funzioni congiunte: sono organi di sangue e per questo costituiscono una riserva di sangue importante per l’organismo, sono organi immunitari, digestivi e sono entrambi organi spazzino.

 

La dott.ssa Manca specifica che la milza, essendo un organo metabolico, ha propriamente la funzione di “separare il puro dall’impuro” e che le problematiche relative alla milza sono legate alle emozioni della rassegnazione; mentre la tristezza è un’emozione attiva, funzionale all’elaborazione di eventi traumatici, la rassegnazione è statica, comporta un blocco energetico e quindi una contrazione muscolare che produce un ristagno nella milza.

 

Il dott. Barsi prosegue spiegando che vi è una connessione tra fegato e rabbia e rassegnazione e milza, portando il caso di una paziente che dopo aver provato una rabbia distruttiva, che non era stata in grado di contenere, il giorno seguente aveva avuto l’ittero; la rabbia le aveva bloccato le vie biliari.

La milza risente invece di pensieri ossessivi e rimuginativi; il dott. Barsi a tal proposito fa un parallelismo con le modalità con cui le persone hanno affrontato la pandemia da Covid: c’è chi ha reagito con rabbia e chi con rassegnazione. La dott.ssa Manca interviene a riguardo specificando come la pandemia causata dal Covid abbia comportato un marasma emozionale, in cui le persone non sapevano dal punto di vista emotivo dove collocarsi. Proprio per questo la SIAB è stata parte attiva insieme al Ministero della Salute per fornire il supporto affinché le persone potessero gestire e quindi contenere le emozioni anche più forti e ritrovare un nuovo equilibrio. La psicoterapia è fondamentale nella gestione della rabbia e della rassegnazione, che possono diventare devastanti se bloccano il corpo e quindi la vita di una persona.

 

Concludendo, la dott.ssa Manca spiega come l’espressione delle emozioni sia importante per non bloccare gli organi interni e quindi l’energia che essi producono. Il blocco e l’inibizione nel funzionamento degli organi non consente ad essi di separare “il puro dall’impuro” e di lavorare per metabolizzare e quindi contenere e gestire le emozioni. Al blocco si contrappone infatti l’agito, l’estremo opposto.  L’aggressività agita non è gestita. L’elaborazione delle emozioni fa sì che non ci sia agito.

Simone Consalvi,
Psicologo Tirocinante SIAB