Il giorno 1 Marzo 2021 alle ore 19.30 presso la sede SIAB di Roma ed online tramite la diretta Facebook, si è svolta la conferenza dal titolo: “Complesso edipico e difficoltà relazionali nell’amore e nel lavoro”.

La conduzione dell’incontro è stata curata dalla Dott.ssa Maria Stallone Alborghetti, psicologa, psicoterapeuta di formazione Junghiana e Loweniana; supervisore e didatta SIAB.

 

Maria Stallone Alborghetti sottolinea l’importanza della tematica edipica e della sua risoluzione. I genitori, se ancora influenzati dal proprio “Edipo”, lo riproducono sui propri figli. Nel periodo storico in cui viviamo, con un numero di separazioni particolarmente elevato, il problema edipico è ancora più sentito soprattutto negli uomini, perché i figli maschi rimangono a casa con la propria madre, che amano, ma che li induce ad odiare il padre. Si parla di trasmissione intergenerazionale del disagio famigliare. Nello specifico si fa riferimento alla sindrome di Laio e/o di Giocasta (i genitori di Edipo), che esplicita le questioni di carenza, gelosia e invidia da parte delle figure genitoriali. Questo porterà il bambino, e successivamente l’adulto, a non riuscire a stabilire delle buone relazioni affettive, non solo nella relazione di amore con una donna, ma anche nel lavoro.

Nei primi del 1900 S. Freud si rese conto di questo problema, di dimensione universale, chiamato da lui “Edipico” dopo aver visto uno spettacolo teatrale sulla tragedia greca di Edipo Re. Sarà C. G. Jung ad aggiungere il termine “Complesso”. Freud negli incontri di ipnosi diretta e di psicoterapia, con l’analisi dei sogni, aveva riscontrato un elemento fisso in tutti i suoi pazienti che manifestavano ansia, depressione, crisi di panico. Questi erano indotti dall’amore verso il genitore del sesso opposto ed odio verso il genitore del proprio sesso e aveva dedotto che in questi individui non si era superato il problema di Edipo o di Elettra.

Secondo S. Freud il complesso di Edipo si risolveva con il meccanismo di difesa della “rimozione”. Rimozione di fantasie, desideri sessuali, o traumi sessuali effettivamente subiti. Ed oggi, i genitori, per lo stesso principio della rimozione, quando vedono che i propri bambini sono innamorati dell’altro genitore, anziché affrontare la questione sorvolano e dicono a se stessi che prima o poi questa fase passerà. Invece bisognerebbe spiegare che ci sono limiti e confini e che non è possibile avere come partner un proprio genitore, perché già appartiene all’altro. E sostenere e sottolineare i pregi del coniuge “odiato” affinché il complesso si ridimensioni.

  1. G. Jung nel 1912, nel suo libro “La libido. Simboli e trasformazioni.” ritiene che il desiderio incestuoso, che sta alla base della vicenda edipica, non vada inteso letteralmente e quindi sessualmente. Il desiderio di congiungersi alla madre è il desiderio dell’individuo di ritornare alle proprie radici per rinascere rigenerato, è un desiderio di trasformazione. Se la trasformazione non avviene, i sintomi fisici di natura ansiosa, depressiva, si perpetuano nel corpo, e riappaiono nei momenti di trasformazione e crescita della persona. Poiché, in linea generale, un complesso, quando rimosso viene congelato nel corpo e accade che acquisisca una forza maggiore.
  2. Lowen aggiunge che il complesso si viene a strutturare nel corpo ed il bambino, per non sentire l’eccitazione verso il genitore dell’altro sesso, incomincia ad avere delle posture corporee atte a trattenere il respiro ed evitare di sentire l’innamoramento e l’eccitazione. L’eccitazione prevede un “andare verso” il genitore del sesso opposto, in modo vitale e aperto, ed implica una connessione energetica tra occhi, bocca, cuore e genitali. L’individuo, per non sentire, assume una postura con le spalle incurvate, chiudendo lo sterno e creando una sorta di scatola intorno al cuore – corazza – che non permette di far uscire l’amore, sia per se stesso sia per gli altri. Il respiro contratto crea un buco all’altezza dello sterno e chiude anche la gola, interrompendo quindi il flusso del respiro, trattenendo il respiro nel diaframma.

Trattenere i sentimenti e l’eccitazione provoca qualcosa nel corpo, blocca l’espansione, e in modo inconsapevole boicotta ogni nostro successo in amore e nel lavoro. Anche se rimuoviamo il nostro amore verso il genitore del sesso opposto attraverso la postura, l’amore che sentiamo, che proviamo, non ci permette di vivere bene, poiché l’amore, il successo vengono vissuti dal nostro inconscio come la realizzazione di un incesto e, per ovviare a questo dramma, avviene un continuo boicottaggio dei nostri talenti.

Inoltre proprio per via della postura e per via del senso di colpa accade che le persone si vergognano di tutto; sono timide; hanno un comportamento più o meno chiuso; oppure per reazione fanno l’inverso, identificandosi con il genitore manipolativo o seduttivo – che lo ha illuso amandolo e lo ha fatto sentire tradito amando il coniuge – e continuano a sedurre senza però arrivare all’atto sessuale perché può eccitare gli altri e se stesso con la fantasia, ma non arrivare mai all’atto.

Secondo Lowen l’unico modo per uscirne è accettare il nostro “fato” ossia essere coscienti di quello che sta succedendo nella nostra vita, e che stiamo proiettando sull’altro la madre o il padre cattivo e quindi bisogna realizzare che questa persona non ha niente a che fare con le nostre figure genitoriali introiettate.

Con il passare del tempo dovremmo riuscire attraverso l’accettazione del “fato” a creare un nostro destino che preveda anche la felicità. Quando ci accorgiamo che stiamo inconsciamente boicottando il nostro successo, la nostra salute, la nostra felicità dovremmo fermarci un attimo e rivolgere lo sguardo all’interno.

L’ Analisi Bioenergetica può aiutare a renderci consapevoli sia dei meccanismi disfunzionali sia dei risvolti positivi che vengono messi in atto nella vita di coppia, genitoriale e nel lavoro.

La Bioenergetica attraverso il movimento, il respiro, gli esercizi, permette l’ascolto del corpo, permette di entrare in contatto con le “parti” del nostro corpo, facilitando una distensione delle tensioni.

Attraverso una respirazione profonda e con la mobilitazione di tutti i muscoli del corpo e del volto riusciamo a far fluire la respirazione fino ai piedi. Attraverso il movimento, la voce, le risate ed il movimento facciale il nostro corpo inizia a vibrare; e la vibrazione è presente in modo naturale anche in tutti i nostri organi.