Nel mio precedente articolo del 15 marzo scorso, intitolato ‘Calma e responsabilità con il grounding’, ho proposto una pratica per dinamizzare e armonizzare, visualizzandoli, i due flussi energetici che scorrono, in senso longitudinale, uno nella parte posteriore del corpo, l’aggressività, e uno nella parte anteriore, la tenerezza.

Nel presente articolo propongo una pratica per vitalizzare, visualizzandoli, i sei punti di contatto tra mondo interno e mondo esterno, dal centro del corpo alla periferia e viceversa.

Esploreremo in tal modo, questa volta, il movimento energetico di base, la pulsazione. Ci sarà di guida un’immagine emblematica dell’approccio bioenergetico, immagine creata da Alexander Lowen stesso: l’essere umano inscritto in una stella a sei punte, formata da due triangoli equilateri intersecantesi, uno con la punta verso l’alto e l’altro con la punta verso il basso.

Da notare che da questa immagine Lowen ha tratto, per deformazione, gli schemi per descrivere visivamente i cinque caratteri, prodotti dalle offese arrecate ai cinque bisogni-diritti, a suo parere, fondamentali per lo sviluppo psicologico: esistenza, nutrimento, sostegno, libertà di movimento, armonia tra cuore e sessualità.

Come ho detto, questa immagine descrive il movimento fondamentale dell’energia vitale, quello che va dal centro alla periferia, e viceversa: la pulsazione, che è comune a tutte le cellule viventi e, quindi, sia agli organismi unicellulari che a quelli pluricellulari, come siamo noi esseri umani. La differenza è che negli organismi pluricellulari, oltre alla pulsazione di ogni cellula, anche tutto l’organismo nel suo insieme pulsa proprio come una sola grande cellula.

In Bioenergetica, si lavora per favorire sia la pulsazione cellulare che quella di tutto l’organismo. Per raggiungere questo obiettivo, facciamo affidamento anche su un altro movimento che è proprio di un particolare tessuto vivente, quello muscolare, si tratta della vibrazione.

I muscoli, infatti, sono come corde di uno strumento musicale tese tra un’inserzione ossea e l’altra. Personalmente trovo tutto questo affascinante.

Il centro del corpo è definito dal movimento di escursione del diaframma toracico, che percepiamo tra lo sterno e un punto situato circa a due centimetri sotto l’ombelico. La periferia sono gli organi di senso e la voce, nella testa, il perineo e i genitali, nel bacino, e le mani e i piedi, come estremità del cingolo scapolare, le prime, e come estremità del cingolo pelvico, i secondi.

 

Proviamo a visualizzare noi stessi/e all’interno dell’immagine che Lowen ha disegnato per noi, e respiriamo profondamente. Possiamo cominciare stando distesi/e sul pavimento o su un materasso non troppo morbido. Concentriamoci sulla percezione del sostegno che la terra fornisce a tutta la parte posteriore del nostro corpo, come una grande madre che ci tiene affettuosamente su di se’.

 

Anche da adulti/e abbiamo bisogno di sentirci tenuti/e in braccio, dice Lowen e aggiunge che, anzi, proprio la capacità di indirizzare questo nostro bisogno al pianeta ci permette di essere davvero adulti/e! Poniamo mente anche al fatto che, sempre secondo Lowen, la Madre Terra non solo ci tiene continuamente in braccio (visione alla base del grounding), ma ci ‘allatta’ con l’aria ad ogni respiro.

 

Ora, cominciamo a sciogliere le dita dei piedi e delle mani, anche raccogliendole e estendendole, mentre contraiamo e decontraiamo perineo e bocca, e strizziamo e spalanchiamo gli occhi. Continuiamo sciogliendo le caviglie e i polsi con movimenti rotatori, mentre sciogliamo il collo con movimenti dolci e lenti, strofinando la nuca da un lato all’altro. Proseguiamo strofinando la schiena contro il tappetino, o la coperta, o il materasso, e proviamo a muoverci in senso longitudinale, un po’ in direzione della testa e un po’ in direzione dei piedi. Poi, portiamo le braccia e le gambe verso l’alto, scuotendole e lanciandole, muovendole liberamente come neonati/e che scoprono il proprio corpo gioiosamente.

 

Fermiamoci per qualche momento ad ascoltare le pulsazioni e le vibrazioni. Poi, stiracchiamoci, allungandoci e rotolando da un fianco all’altro. Quindi, giriamoci su un fianco e andiamo a quattro zampe. Sciogliamoci in questa posizione, imitando i gatti e i cani. Facciamo smorfie e tiriamo fuori la lingua. Emettiamo il suono ‘ua- ua- ua’, mentre contraiamo e decontraiamo il perineo. Concediamoci, di nuovo, qualche momento per ascoltare le pulsazioni e le vibrazioni.

 

Poi, raddrizziamo le gambe, mantenendo le ginocchia morbide, e lasciamo il tronco abbandonato in avanti, mentre sfioriamo il pavimento con i polpastrelli. Da questa posizione, risaliamo lentamente, vertebra per vertebra, spingendo nei piedi, senza usare le spalle e la testa, che resta abbandonata fin quando, quasi per inerzia, si allinea anch’essa verso l’alto. Prendiamoci qualche momento per ascoltare le sensazioni. Poi, scuotiamoci e lanciamo le braccia e le gambe nello spazio allegramente.

 

Concludiamo aprendo le braccia e le gambe, immaginandoci, da in piedi, dentro la stella a sei punte disegnata da Lowen, e respiriamo profondamente sorridendo.