Il concetto di ”contatto“ (o meglio il vissuto) è stato un elemento fondamentale della mia prima esperienza di psicoterapia.

“Freddy non sei in contatto…”  mi diceva il terapeuta che mi ha preso per mano nei primi passi del mio percorso, in un gruppo bioenergetico della fine degli anni 70.

 

Ma cosa è mai questo contatto?

Ho faticato un po’ a comprenderlo ed ancor più ad esserne cosciente.

Si tratta della sensibilità corporea empatica di sè e dell’altro, che comprende la percezione non fuorviata da pre-giudizio e la risonanza emozionale, nel qui e ora, senza interferenza di proiezioni, per quanto possibile.

Una relazione quindi non prevalentemente mentale con la realtà personale e interpersonale.

Questa esperienza presuppone un corpo che sente e una mente attrezzata a raccogliere e decodificare i messaggi del corpo.

Quando il mio terapeuta diceva:

“Freddy non sei in contatto…”

poteva vedere i miei occhi fissi, la bocca trattenuta, le spalle contratte, la postura per lo più irrigidita.

Un modo di “stare”  prevalentemente mentale, preoccupato di come gli altri mi vedevano e rivolto ad ottenere o evitare qualcosa dagli altri.

Il percorso bioenergetico mi ha accompagnato nella riappropriazione di quel modo di “stare” nella realtà che Lowen ha definito “grounding”.

Un radicamento nel campo personale, interpersonale e sociale.

 

Nel corso degli anni, all’interno dell’area d’interesse che fa capo all’Analisi Bioenergetica, si sono evidenziati diversi modi di intendere questa aderenza alla realtà.

L’attenzione al polo personale individuale e il privilegio al contatto con il proprio SE’ corporeo, hanno in molti casi messo in ombra la qualità del contatto con L’ALTRO, con il rischio che questo venga confuso con l’interazione proiettiva e virtuale, secondo l’inclinazione dell’immaginario socioculturale dominante, che ad esempio arriva ad usare nel linguaggio corrente espressioni come “ci siamo sentiti” quando ci si scrive su WhatsApp.

 

Nell’attuale drammatica congiuntura sociosanitaria queste inclinazioni sembrano “precipitate”.

La centralità del corpo sembra sempre più spesso connotarsi come sorta di “tempio personale”

che richiede cure individuali e non di rado rituali di sapore esoterico.

Pratiche per lo più costruttive, quali ad esempio l’attenzione all’alimentazione, le cure naturali, la meditazione, rischiano di diventare costrittive, finendo spesso per dirottare e confinare l’individuo in una sorta di isola narcisistica di illusoria sicurezza e superiorità “energetica”.

“La Bioenergetica” rischia in questi casi di essere vista come un approccio alla salute alternativo “all’egemonia sanitaria ufficiale”, una sorta di medicina alternativa.

 

La rarefazione e virtualizzazione della dialettica tra personale, interpersonale e sociale si riflette a mio avviso nell’atteggiamento di alcuni colleghi nei confronti della vaccinazione anti Covid.

La maggior parte di coloro che rifiutano la vaccinazione in nome di una visione “bioenergetica“ della salute, si costringono a una vita di restrizione delle relazioni, molto più severa di quanto oggi non sia socialmente possibile con la protezione dei vaccini.

Si tratta di fatto di una sottovalutazione delle relazioni sociali e di un ritiro nel proprio mondo privato, accompagnato spesso da una sorta d’investitura esoterica, che comporta a mio parere un decadimento delle valenze dinamico-energetiche del corpo e del suo contatto con l’ambiente,

a favore di una dimensione statico-“spirituale” che delega la salute all’illusione di un’immunità di gregge eletto e prediletto dalla Natura.

 

La concezione di un’ Ideologia Bioenergetica della Salute finisce inoltre per diluire molto spesso

la sostanza principale del lavoro che è di nostra competenza: l’analisi bioenergetica per l’appunto, ovvero un approccio psicoterapeutico che intende e pratica la centralità del corpo  come risorsa prima per la riappropriazione del potenziale energetico dell’individuo, in relazione dialettica con altri approcci psicoterapeutici, con molteplici discipline olistiche e con la scienza medica.

L’Analisi Bioenergetica è in effetti una psicoterapia centrata sull’evoluzione del portato di Freud, Reich e Lowen, in dialogo continuo con le conquiste che la scienza umana ha offerto nel corso del tempo e in particolare negli ultimi decenni.

 

Voglio citare, per concludere, un passo scritto da alcuni colleghi impegnati ad attivare un dialogo su queste questioni.

“ … crediamo sia piuttosto pericoloso far passare il messaggio di una bioenergetica salvifica che basti da sola a sostenere il processo di prevenzione, cura e guarigione dal virus sars cov 2…

…esiste una comunità bioenergetica che crede nella scienza e nel metodo scientifico, che come è noto, davanti all’ignoto procede per tentativi ed errori; la stessa scienza che ha consentito a tanti tra noi di sopravvivere a malattie che 50 anni fa sarebbero state letali, di debellare il vaiolo, la poliomielite, ecc.. e che ha allungato le prospettive di vita degli esseri umani…”

Freddy Torta